Genealogia dei Boiano





Bojano, con la sua variante Boiano, è un cognome italiano poco diffuso. La sua massima concentrazione si registra in Campania. Ha avuto origine nel massiccio montuoso del Matese, proprio al confine tra la Campania ed il Molise, in quell'area geografica che corrispondeva all'antico Sannio, di cui la città di Bojano fu capitale prima della conquista romana.

La nostra famiglia, radicata al gruppo montuoso del Matese, è originaria di San Gregorio Matese, in provincia di Caserta. La ricostruzione genealogica è stata possibile fin dove i registri della chiesa consentono di arrivare; più indietro nel tempo, finora, non è possibile andare.

E' una famiglia come tante, che non vanta quarti di nobiltà, nel tempo legata all'agricoltura ed alla pastorizia, cioè le uniche risorse delle popolazioni montane dell'Appennino meridionale. L'avo più antico di cui si ha notizia è un certo Angelo Bojano, vissuto a metà del 17° secolo. Suo figlio, Antonio, nato nel 1689, è fattore. Sua moglie si chiama Cassandra Piteo, figlia di Geronimo, ed abitano nella casa di lui, in strada Autera, nella parte vecchia del paese. Hanno molti figli che, come il padre, sono pastori. Uno di questi è Geronimo Bojano, nato nel 1722, che sposa Angela Cappello e va a vivere nella casa di lei, nel vico Calcarella. Muoiono abbastanza giovani, dopo aver messo al mondo tre figli. Il loro secondogenito è Sisto, nato nel 1759 e morto nel 1835 all'età di 76 anni. Egli sposa Maria Antonia D'Amico e resta a vivere nella casa paterna alla Calcarella. Insieme al fratello Pietro, lascia la pastorizia ed intraprende l'attività di escario1. Come riportato negli Atti del notaio Giuseppe Nicola Catarcio, il 29 luglio 1814 "Sisto Bojano ha prestato il di lui consenso a Gianbattista suo figlio di potersi unire in matrimonio con Caterina Piteo figlia di Pascale".

Giovanbattista Bojano, nato nel 1792, con la moglie Caterina resta a vivere nella casa dei Bojano alla Calcarella. Caterina muore all'età di 41 anni dopo aver messo al mondo otto figli. Sono tutti longevi, tranne Salvatore che muore a 40 anni in Capitanata, dove forse è per lavoro nelle terre dei ricchi possidenti del paese. Alfonso Bojano, nato nel 1825, quartogenito di Giovanbattista, invece non sta "a padrone" con nessuno. Perciò forse si guadagna il soprannome di ribello. Porta gli orecchini d'oro a cerchio, ma il suo nome non è mai stato segnalato tra i collaboratori dei briganti che popolarono il Matese nel periodo dell'unità d'Italia. Alfonso sposa Gelsomina De Lellis ed insieme vanno a vivere a via Copola. Hanno molti figli ma muoiono quasi tutti.

Il loro matrimonio durò ben 57 anni: nell'aprile del 1906 Gelsomina muore di vecchiaia, ed Alfonso il ribello la seguirà sei mesi dopo, all'età di 81 anni. Il loro unico figlio maschio è Raffaele Bojano, nato nel 1849. Come il padre, Raffaele indossa gli stessi cerchi d'oro alle orecchie e gli resta anche il soprannome del padre, per cui è conosciuto come Raffaele di ribello. Sposa Mariantonia De Pascale, del vicino paese di Castello, e vanno a vivere in vico Tomasone. Hanno un solo figlio maschio, dopo la cui nascita Raffaele si imbarca per Buenos Aires, dove raggiunge la sorella. Ma tre anni più tardi, nel 1890, fa ritorno a S.Gregorio, dove muore a 74 anni nel 1923. I racconti del paese ce lo tramandano come un uomo piccolo di statura, che camminava "saltando come un grillo".

L'unico figlio maschio di Raffaele e Mariantonia è Giovangiuseppe, nato nel 1885, che a 18 anni sposa la sua coetanea Concetta Fattore. Anche loro hanno molti figli ma ne sopravvivono soltanto due. A Giovangiuseppe resta il soprannome del nonno (Giovangiuseppe di ribello). E' un uomo estroverso, simpatico, che lavora il legno; ma è soprattutto un artista, tanto che fa il primo attore sia in ruoli brillanti che drammatici nella locale compagnia teatrale, oltre ad essere musicista nella banda del paese. Fu nominato cavaliere di Vittorio Veneto e morì nel 1972 all'età di 87 anni. Il suo unico figlio maschio, Alberico Bojano, nato nel 1905, a 21 anni sposò la diciottenne Agata Mezzullo ed andarono a vivere a via Elci. Fece il costruttore edile e dal padre ereditò la vena artistica musicale, suonando il clarino nella banda del paese. Dopo la II guerra mondiale divenne dipendente dell'Amministrazione Provinciale di Caserta. Morì a 77 anni nel 1982.



1 Escario o escaiolo, raccoglitore di esca per il fuoco, un fungo saprofita spontaneo sul Matese, che cresce sugli alberi. Una volta lavorato, diveniva miccia per i fucili dell'esercito. Per la sua caratteristica di bruciare lentamente e in modo costante, all'epoca era spesso utilizzato anche per accendere la pipa.