Leggende del Matese





Nel salire sui monti del Matese, par che la leggenda ti venga incontro ad ogni svolta. Avverti subito che t'incammini su percorsi di favola. Gli strapiombi della roccia si alternano ad incantevoli vedute, ruderi d'antichi castelli si avvicendano a mistici conventi e solenni campanili.

Dopo Castello Matese, in una grande selva, appare la stupenda catena dei monti del Matese con la lunga distesa sulle case di San Gregorio ed i canyons del Monte Muto, dai cangianti colori, che incombono sull'orrida e vertiginosa valle dell'Inferno, dando risalto all'immane fenditura della montagna, una delle più profonde d'Europa. Distese di boschi e di pascoli discoprono un immenso mare verde nel quale l'occhio si riposa e l'anima si ricrea. Sulle rive dei tre laghi, in armonia di tinte, di visioni e di suoni, belano tranquilli gli armenti bianchi di lana, tra selvaggie fiorite di primule, di viole e di narcisi. Nelle praterie cento ruscelli scorrono dolcemente per dar vita alle pasture ricche d'erbe aromatiche.

Ogni monte, ogni valle, ogni luogo del Matese ha un nome nel quale si nasconde una leggenda. L'Esule, il Parco d'Amore, il Lete, Concone delle Rose, Bocca della Selva, Sella del Perrone, Valle dell'Orso, sono nomi presi a caso nell'infinito di località del Matese, ognuna delle quali dà titolo ad una leggenda d'amore o di morte, triste o lieta, bella o brutta, raccontata dai pastori nel succedersi degli anni, per tramandarle alle generazioni future. La natura ha abbondato nel creare luoghi d'incanto, in questa terra mitica e favolosa, che gli uomini con l'antica arte del raccontare, hanno contribuito a rendere più suggestiva ed affascinante.

I luoghi sono propizi d'altronde a parlare ancora sommessamente di streghe e janare, che volavano negli anfratti, di briganti che rivivono nelle grotte, di fauni che danno vita ai boschi, di ninfe che animano i cento ruscelli gorgoglianti. Scrivendo queste leggende, che sono un omaggio al Matese, la mia terra d'origine, mi sono vivamente appassionato a seguire le avventure strampalate, irridenti e magiche dei personaggi. Mi sembrava di ascoltarle la prima volta e mi sentivo appagato ed arricchito. Mi fu chiaro che ero dentro la leggenda perché la scrittura aveva risvegliato le vicende assopite che erano in me.

Ma tutte le leggende, come ogni forma di racconto, sono vere o false nel medesimo tempo. Vere in quanto la scrittura è una realtà incontrastabile. False in quanto la scrittura creativa è per definizione il regno dell'immaginazione, della non realtà. Ma le leggende non mentono mai, perché sono radicate nell'esperienza di migliaia di uomini di ieri e di oggi. Sono una verità morale e fantastica del mondo.